Fermare una volta per tutte la caccia alle balene che, nonostante la moratoria decisa nel 1986 dalla Commissione Internazionale Baleniera, continua con l’escamotage del prelievo per scopi “scientifici”. E’ quanto chiederanno migliaia di attivisti che scenderanno in piazza domani 5 novembre, in più di 150 città di tutti i continenti, da San José (Costa Rica) a Il Cairo (Egitto), da Pretoria (Sudafrica) a Caracas (Venezuela), da New York (USA) a Karachi (Pakistan). In Italia il testimone è stato raccolto dalle associazioni animaliste Enpa (che coordina la campagna internazionale nel nostro Paese), Bairo, LAV e Leal: appuntamento di fronte all’ambasciata del Giappone a Roma (Via Quintino Sella, 60) a partire dalle ore 11.00 di domani, 5 novembre. “La moratoria internazionale non ha evitato, dal 1986 a oggi, la morte di oltre 35mila cetacei cacciati soprattutto da imbarcazioni nipponiche”, spiegano le associazioni che proseguono: “chiediamo di fermare questa strage, compiuta sotto il falso e infondato pretesto della ricerca scientifica.” La manifestazione di domani sarà anche occasione per rendere noti al grande pubblico non soltanto i numeri della caccia alle balene e il giro d’affari del commercio internazionale, ma anche alcuni retroscena che getterebbero una luce sinistra sulla riunioni della Commissione Internazionale Baleniera.
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